TORRI EVAPORATIVE PER LA RIGENERAZIONE DELLE ACQUE la TEORIA DI FUNZIONAMENTO

IL RAFFREDDAMENTO NEL CAMPO INDUSTRIALE

Uno dei più importanti problemi, tra i molti connessi all'espansione industriale e all'evoluzione tecnologica, è quello dello smaltimento delle notevoli quantità di calore che si liberano in molti processi quali la produzione del vapore, la raffinazione del petrolio, il controllo delle reazioni esotermiche, il raffreddamento di organi meccanici, la refrigerazione industriale ed il condizionamento dell'aria.

Le piccole quantità di calore possono essere scaricate direttamente nell'atmosfera, ma le grandi quantità possono essere smaltite solo con l'impiego di notevoli quantità di acqua.

Dato l'incremento del numero degli impianti dove ne è previsto il consumo e dato l'impiego di macchine sempre più veloci, compatte e a grande produttività, che esigono il raffreddamento degli organi principali, la richiesta di acqua per scopi di raffreddamento è in continuo aumento. I grandi complessi industriali che abbisognano di notevoli volumi di acqua per il raffreddamento sono spesso situati in prossimità di laghi e di fiumi. Tuttavia, il prelievo di tali acque, e soprattutto la loro restituzione dopo l'impiego, non solo non è sempre possibile ma comporta gravi problemi ecologici.

Quando l'acqua per il raffreddamento non è prelevabile da corsi d'acqua naturali, oppure le quantità di calore sono molto grandi, si possono adottare le seguenti soluzioni, anche in dipendenza del livello termico a cui il calore deve essere smaltito:

- raffreddamento con aria;

- raffreddamento mediante acqua freatica o di sottosuolo prelevata da pozzi autonomi e dall'acquedotto cittadino;

- raffreddamento in ciclo chiuso mediante acqua rigenerata da una torre evaporativa.

Come già precedentemente accennato, il raffreddamento ad aria è per lo più riservato alle piccole utenze o a taluni processi particolari, in quanto non sempre consente di contenere la temperatura entro i valori necessari e comporta l'uso di apparecchiature di peso, ingombro e costo elevati; è inoltre notevole la potenza assorbita dai ventilatori che originano spesso problemi di rumorosità.

Anche il raffreddamento mediante l'impiego di acqua di acquedotto cittadino ha stretti limiti ed è applicabile solo nelle piccole utenze: l'acqua potabile è infatti normalmente molto costosa e quasi ovunque ne è vietato l'impiego in grandi quantità come mezzo di raffreddamento.

L'acqua freatica o di sottosuolo, se disponibile in quantità sufficiente, è un mezzo raffreddante ideale data la sua temperatura piuttosto bassa e costante. Purtroppo l'acqua di sottosuolo,indispensabile per tutte le esigenze alimentari ed igieniche della vita umana, è disponibile in

sempre minori quantità proprio a causa dell'indiscriminato aumento dei prelievi e dell'inquinamento dovuto agli scarichi.

Per questa ragione le pubbliche amministrazioni stanno conducendo una decisa azione volta a ridurre drasticamente i consumi di acqua freatica, sia con interventi economici (aumento del prezzo dell'acqua di acquedotto, tassazione e controllo sull'acqua estratta), sia con provvedimenti coercitivi (chiusura pozzi esistenti e negazione del nulla osta per l'apertura di pozzi nuovi), sia pretendendo la restituzione in falda, con apposito pozzo, delle acque utilizzate non inquinate.

In molte località dove mai è stato esercitato un controllo, o dove le disposizioni non sono state rispettate, l'indiscriminato aumento dei prelievi ha portato all'inaridimento e conseguente inutilizzazione dei pozzi.

Spesso, infine, in determinate zone dove l'acqua sotterranea è abbondante, l'impregnazione del suolo rende difficile lo scarico delle acque utilizzate.

Il funzionamento in ciclo chiuso, con circolazione dell'acqua attraverso una torre di raffreddamento, è diventato quindi la soluzione più comune in questi ultimi anni e, da quanto sopra esposto, l'unica soluzione possibile per la maggior parte delle applicazioni.

Se in un primo tempo l'impiego delle torri evaporative era riservato alle grandi utenze, perché le piccole richieste di acqua potevano facilmente essere soddisfatte sia dai pozzi privati sia dagli acquedotti, di fronte alle difficoltà di alimentare anche queste utenze minori con le sorgenti naturali, sono stati introdotti nell'uso modelli di torri via via più ridotti, leggeri ed economici per cui oggi, anche per le piccolissime utenze, il mercato offre torri di raffredda-mento adatte per dimensioni, peso e prezzo.

Prima di illustrare il principio di funzionamento delle torri evaporative ed i loro criteri i costruttivi, nel capitolo che segue vengono riportate alcune spiegazioni à carattere generale relative ai parametri termodinamici inerenti l'argomento.

NOTE TECNICHE DI TERMODINAMICA

Il funzionamento delle torri evaporative è basato su un particolare modo di scambio del calore, detto di 'trasferimento di massa", che permette il passaggio del calore all'aria secondo un processo che verrà analizzato più avanti.

Prima di esaminare il funzionamento di una torre evaporativa, è opportuno riassumere le proprietà dell'aria umida, illustrare il diagramma di stato su cui sono rappresentabili tutte le trasformazioni che l'aria umida può subire, e richiamare alcuni principi generali sullo scambio termico.

Proprietà dell'aria umida

L'aria atmosferica, detta comunemente "aria umida", è una miscela di aria secca e di vapore acqueo.

L'aria secca, a sua volta, è una miscela di vari gas (azoto, ossigeno, gas nobili, anidride carbonica ecc.) e la sua composizione è nota.

Il comportamento di una torre evaporativa è strettamente legato al contenuto di umidità dell'aria.

Per definire il contenuto di vapore acqueo nell'aria atmosferica ci si riferisce alle seguenti grandezze:

umidità specifica (o tenore di umidità): è rappresentata dal peso di vapore acqueo presente per ogni Kg di aria secca o, in altre parole, è il rapporto tra il peso di vapore acqueo (Gu) ed il peso di aria (Ga) contenuti nell'unità di volume di aria atmosferica

x = Gu/Ga (in genere espresso in g/Kg)

L'umidità specifica è anche esprimibile in funzione delle pressioni parziali dell'aria e del vapore acqueo e risulta, secondo questa definizione:

x = 0,621 Pv/Pa = 0,621 Pv/(Pt - Pv)

Dove Pv, Pa, Pt, rappresentano rispettivamente le pressioni parziali del vapore e dell'aria secca e la pressione della miscela aria secca-vapore.

umidità relativa: è il rapporto tra la pressione del vapore acqueo nell'aria in esame Pv e la pressione del vapore acqueo nell'aria satura, alle medesime condizioni di temperatura e di pressione, PS.

Umidità relativa = Pv/Ps oppure Gu/Gs

essendo Gs il peso di vapore acqueo nell'aria satura alle stesse condizioni di temperatura e di pressione.

L'umidità relativa viene spesso espressa in percentuale.

Per caratterizzare le condizioni dell'aria atmosferica può essere usata anche la "temperatura a bulbo umido" dell'aria. Questa temperatura può, in prima approssimazione, essere definita come la temperatura dell'aria satura (umidità relativa 100%) avente lo stesso contenuto di calore (o entalpia) dell'aria ambiente.

La curiosa definizione di "temperatura a bulbo umido" è legata al metodo con il quale questa temperatura può essere rilevata in modo preciso.

Per misurare le condizioni di temperatura e di umidità dell'aria atmosferica, infatti, si può esporre nell'ambiente un apparecchio (psicrometro), che porta due termometri. Uno di questi termometri è un comune misuratore della temperatura ambiente, alla quale è legata la sensazione di caldo e di freddo, l'altro termometro invece ha il bulbo avvolto in una garza, che pesca in una vaschetta contenente acqua distillata ed è quindi mantenuto costantemente umido. La temperatura segnata dal termometro con il bulbo avvolto nella garza umida èquella dell'aria satura, avente lo stesso contenuto di calore (o entalpia) dell'aria ambiente. E questa temperatura che viene normalmente indicata come "temperatura a bulbo umido", mentre la temperatura indicata dal termometro col bulbo nudo viene comunemente indicata come "temperatura a bulbo umido asciutto" o "a bulbo secco".

Nella nostra trattazione useremo le seguenti indicazioni:

BU per la temperatura a bulbo umido; BA per la temperatua a bulbo asciutto.

Riportiamo nella pagina seguente lo schema del misuratore di umidità descritto, noto come psicrometro di Assmann (FIGURA 1)

Naturalmente, per avere delle indicazioni corrette, lo psicrometro deve essere situato rispettando alcune condizioni basilari: deve essere lontano dalle fonti di calore e dalle persone che occupano l'ambiente; non deve essere esposto ai raggi solari; deve essere installato ad almeno 1,5 m dal pavimento e deve essere ventilato mediante una buona circolazione dell'aria circostante.

Lo psicrometro ora descritto non è l'unico strumento atto a misurare le condizioni di umidità dell'aria ambiente. Possiamo illustrare brevemente "l'igrometro a capello", strumento pratico e molto usato (FIGURA 2).

L'igrometro a capello si basa sulla proprietà dei capelli di allungarsi o accorciarsi a seconda che l'aria sia più secca o più umida.

Con un sistema di amplificazione, questa variazione di lunghezza può essere rilevata attraverso un indice che indica, su una scala graduata, l'umidità relativa.

Naturalmente, l'indice deve essere preventivamente tarato rispetto alla scala attraverso misure fatte con altri metodi. L'esattezza delle indicazioni deve essere ricontrollata frequentemente (almeno una volta al mese), in quanto questi si starano facilmente.

Un altro strumento che consente la determinazione dell'umidità atmosferica è "l'igrometro a parete fredda", di cui esponiamo il principio di funzionamento.

Consideriamo un ambiente a temperatura t non saturo; se alla stessa temperatura l'ambiente fosse saturo, il vapore acqueo presente avrebbe la pressione parziale Ps.

Esponiamo nell'ambiente una superficie metallica speculare che possa essere raffreddata al di sotto della temperatura t. Con l'abbassarsi della temperatura della lamina, ad un certo momento la superficie speculare cessa di essere tale in quanto si forma su di essa uno strato di condensato.

All'istante dell'apparizione del condensato la lamina si trova alla temperatura tr, corrispondente a quella a cui l'aria ambiente è satura; quindi nell'aria dell'ambiente che si trova alla temperatura t, la pressione parziale del vapore Pv, è pari alla pressione di saturazione alla temperatura tr.

A questo punto basta leggere nel diagramma o nelle tabelle, in corrispondenza di tr e t, le corrispondenti pressioni di saturazione Pv e Ps e si determina l'umidità relativa come rapporto:

umidità relativa = Pv/Ps

La temperatura tr alla quale l'aria diventa satura si chiama "temperatura di rugiada".

Da quanto sopra esposto, risulta chiaro che non devono essere confuse le temperature a "bulbo umido" e "di rugiada". Abbiamo infatti definito la prima come temperatura dell' aria satura che ha lo stesso contenuto termico dell'aria ambiente. La temperatura di rugiada èinvece la temperatura dell'aria satura che contiene la stessa quantità di vapore acqueo (la stessa umidità assoluta) dell'aria ambiente.

Diagramma psicometrico per l'aria umida

Le grandezze precedentemente definite per caratterizzare le condizioni dell'aria umida (umidità e temperatura) non sono tra loro indipendenti e risulta assai comodo rappresentare graficamente il legame che tra loro intercorre attraverso un diagramma di stato, comunemente noto come ~Diagramma di Mollier per l'aria umida". Il diagramma è costruito a pressione costante, e precisamente alla pressione atmosferica normale di 760 mmHg.

I punti rappresentativi dei vari stati dell'aria umida sono riportati assumendo come variabili indipendenti l'umidità specifica e l'entalpia. Il diagramma è in coordinate oblique (l'asse delle entalpie e delle umidità specifiche formano tra loro un angolo di 1400) in quanto, in questo modo, si riesce ad ampliare il campo d'uso.

Le rette a entalpia costante (o isoentalpiche) sono quindi inclinate, mentre le rette ad umidità specifica costante sono verticali. Le isoterme sono rette non paràllele e la loro inclinazione ètanto maggiore quanto più alta è la temperatura. Sul diagramma sono tracciate infine una serie di curve ad umidità relativa costante.

In pratica, le linee ad entalpia costante possono ritenersi coincidenti con le linee di uguale temperatura del bulbo umido.

Sul diagramma ora descritto sono naturalmente rappresentabili tutte le trasformazioni che può subire l'aria umida.

Non ci dilunghiamo ad illustrare queste trasformazioni ma ci limitiamo ad un esempio per chiarire il legame che intercorre tra l'umidità e le temperature.

Supponiamo che siano state rilevate una temperatura a bulbo asciutto dell'aria di 300C ed una umidità relativa del 40%.

Sul diagramma è individuabile il punto rappresentativo delle condizioni dell'aria ed è possibile determinare i seguenti valori:

- entalpia (13,6 kcal/kg);

- temperatura a bulbo umido (20° C);

- temperatura di rugiada (15,5° C);

- umidità specifica (10,5 g/kg aria secca).

FUNZIONAMENTO DELLE TORRI EVAPORATIVE

Nel caso delle torri evaporative lo scambio di calore tra acqua ed aria avviene, oltre che per conduzione e convezione, anche e precipuamente tramite un processo indicato come "trasferimento di massa". La quantità di calore trasferita dall'acqua all'aria per questa via è molto più elevata di quella legata alla conduzione ed alla convezione.

Lo scambio termico per "trasferimento di massa", classico processo che è alla base di tutti i raffreddatori evaporativi, può essere spiegato semplicemente come segue: la circolazione del-l'aria favorisce l'evaporazione di una piccola quantità, che assorbe il calore necessario a tale suo passaggio di stato dall'acqua rimanente, che perciò si raffredda.

Il fenomeno è estremamente importante se si tiene conto che il passaggio dallo stato liquido a quello di vapore di un litro di acqua richiede circa 600 kcal equivalenti a quelle necessarie a raffreddare ben 100 litri di acqua di 6° C.

Questo principio era noto anche agli antichi che, per mantenere fresca l'acqua, usavano anfore di terracotta con pareti porose, riservando le anfore verniciate o decorate, e quindi impermeabilizzate, al contenimento di olii o vini. E infatti possibile mantenere fresca l'acqua in recipienti a pareti porose in quanto una piccola quantità dell'acqua filtra attraverso le pareti e, giunta a contatto con l'atmosfera, evapora, mantenendo freschi i recipienti, e quindi il liquido contenuto in essi.

Nelle torri di raffreddamento, l'evaporazione, e quindi, il trasferimento di calore all'aria, èresa possibile da una differenza tra la pressione del vapore acqueo nello straterello d'aria a diretto contatto con l'acqua (straterello che ha la stessa temperatura dell'acqua ed è saturo), e la pressione del vapore stesso nella rimanente aria circostante. Il trasferimento di calore può continuare fino a quando la concentrazione del vapore nell'aria ambiente non uguagli la concentrazione del vapore nello straterello limite.

Questa condizione si verifica quando la temperatura dell'acqua (e quindi quella dell'aria dello straterello limite), eguaglia la temperatura al bulbo umido dell'aria atmosferica. A questo punto la pressione del vapore nell'aria dello straterello limite, che è satura, eguaglia quella del vapore nell'aria ambiente (a pari contenuto termico) anch'essa satura; viene quindi a mancare la differenza di pressione che determina lo scambio di calore. La temperatura del termometro umido dell'aria ambiente è quindi la minima temperatura teoricamente raggiungibile dall'acqua raffreddata con processo evaporativo.

In questo modo si può raffreddare l'acqua al di sotto della temperatura a bulbo asciutto dell'aria ambiente (cosa impossibile con tutti gli altri processi di scambio basati su un gradiente di temperatura), in quanto la temperatura del termometro umido è sempre inferiore a quella del bulbo asciutto, salvo il caso in cui coincidano perché l'aria ambiente è satura.

L'andamento termodinamico del processo di raffreddamento in una torre evaporativa può essere schematizzato nei diagrammi entalpia-temperatura riportati in figura. La potenzialità della torre dipende dal salto termico che deve subire l'acqua nella torre, che indicheremo con Atw; e dàlla differenza tra la temperatura dell'acqua uscente dalla torre (tu) al bulbo umido dell'aria che indicheremo con ta.

In una stessa torre la quantità di calore trasferibile aumenta, a pari salto termico, col decrescere della temperatura al bulbo umido dell'aria e con l'incremento della temperatura dell'acqua entrante nella torre.

 

Scelta della temperatura a bulbo umido

Come è stato precedentemente illustrato, per stabilire le condizioni di funzionamento di una torre evaporativa è essenziale precisare la temperatura a bulbo umido dell'aria ambiente. Si è visto anche che le condizioni più gravose per la torre si hanno nei mesi estivi, che sono caratterizzati dalle temperature del bulbo umido più elevate.

Quando si deve acquistare una torre, l'indicare una temperatura del termometro umido molto alta, pensando di disporre così di un apparecchio più abbondante o di ottenere, magari senza bisogno, una temperatura più bassa dell'acqua, significa spendere di più e quindi immobilizzare del capitale che non renderà mai nulla: le sovrabbondanze rispetto al fabbisogno reale devono essere calcolate a ragion veduta od eventualmente, se ne deve tener conto indicando la portata d'acqua con un certo margine in più. E sempre consigliabile interpellare il costruttore delle torri evaporative perché questi, per risolvere ogni singolo problema, ricorre ad apparecchi di serie con caratteristiche ben precise per cui difficilmente potrà offrire una torre dell'esatta capacità richiesta, ma proporrà egli stesso un apparecchio in grado di soddisfare la capacità richiesta con un certo margine.

I costruttori seri, nell'indicare i dati di funzionamento delle proprie torri, tengono sempre conto di un certo margine di sicurezza.

Si può affermare di conoscere, con buona approssimazione, la temperatura al termometro umido di una certa località, quando si conoscano le tre letture giornaliere del termometro umido di tutti i giorni dell'anno, per un periodo di almeno 5 o 6 anni (questo periodo è il minimo, tO anni rappresentano l'arco di tempo più accettabile).

Esistono ad esempio studi per la città di Milano che riportano l'analisi delle temperature del termometro umido degli ultimi quarant'anni.

Una grande casa americana produttrice di torri evaporative ha elaborato, con un calcolatore elettronico, ben dieci milioni di osservazioni per 396 località degli Stati Uniti e 36 di altri Paesi del mondo.

Le osservazioni sono state eseguite ogni ora di ciascun giorno, nel periodo più caldo dell'anno, per dieci anni. Alla fine, è stata compilata una tabella delle temperature del termometro umido da prendere come base, per il progetto di torri di raffreddamento. Poiché le condizioni più sfavorevoli al funzionamento di una torre di raffreddamento si verificano in estate, la tabella si riferisce al solo quadrimestre estivo quando le temperature al termometro umido sono più alte.

Nelle altre stagioni le condizioni di funzionamento sono più favorevoli.

L'American Society of Heating, Refrigerating and Air Conditioning Engineers (ASHRAE), sulla base dei dati forniti dallo studio sopracitato, ha compilato una tabella relativa a 755 località degli Stati Uniti e 310 località al di fuori degli Stati Uniti.

Oltre alle coordinate geografiche delle diverse località, la tabella compilata dall'ASHRAE

riporta i dati relativi alle condizioni dimatiche e, nell'ultima colonna, quelli relativi alla temperatura del termometro umido, da usarsi in fase di progettazione. Questi dati sono suddivisi in tre parti, intestate rispettivamente: 1% - 21/2% e 5%. Ciò significa che i valori in esse indicati possono essere superati in media ogni anno l' 1 %, il 2 1/2% o il 5% delle ore estive prese in considerazione (2928), ossia rispettivamente per 30 ore, 75 ore o 150 ore in cifra tonda.

È ovvio che la temperatura indicata nella prima colonna non è la massima, ma agli effetti del funzionamento della torre è praticamente la più severa. Solo eccezionalmente, infatti, le 30 ore saranno consecutive, ma più probabilmente consteranno di brevi periodi (2-3 ore) distribuiti in più giorni.

Quindi il volano termico dell'impianto, di cui la torre è una parte, consente normalmente di superare questi punti critici con alterazioni irrilevanti agli effetti pratici.

Una regola pratica molto semplice consente di passare alla temperatura del termometro umido massima verificabile, in un certo periodo, in una data località.

Se per una certa località si aggiunge al valore indicato nella prima colonna (1%) la differenza tra il valore stesso e quello figurante nella seconda colonna (2 1/2%) si ottiene la massima temperatura al termometro umido registrabile in 10 anni. Se invece si aggiunge al valore riportato nella prima colonna (1%) la differenza tra detto valore e quello indicato nella terza colonna (5%) si ottiene il valore massima registrabile probabilmente nell'arco di 50 anni.

Sono regole empiriche ma molto vicine alla realtà, tanto da essere pienamente accettabili. Il problema è decidere in quale delle tre colonne è riportato il valore più adatto al caso in esame. Citeremo diverse situazioni esemplificative, a seconda del servizio in cui la torre èdestinata:

Servizio Funzionamento Colonna

Condizionamento tecnologico estivo i %

Condizionamento residenziale estivo 21/2%

Acciaieria annuo 5%

Distilleria annuo 21/2% E

Compressione d'aria e così via annuo 1%

Qui di seguito riportiamo alcuni valori della tabella pubblicata nell"'Handbook of

Fundamentals 1972" dell'ASHRAE, relativi a talune località europee, africane ed asiatiche.

Temperature al bulbo umido delle principali città europee, africane ed asiatiche

 

 

 


	    CITTĄ	1%   2 1/2%     5%           CITTĄ     1%	2 1/2%   5%
	   
          ABADAN	 28	 27	 27	LENINGRADO	 18,5	 18	17,5
	   ABIDJAN	 28	27,5	 27	    KIEV	 20,5	 20	19,5
	     ADEN	28,5	 28	27,5	   LIONE	 22	 21	20,5
	 ADDISABEBA	 19	18,5	 18	  LISBONA	20,5	 20	19,5
	    ALGERI	 25	24,5	24	  LONDRA	 20	 19	18,5
	    AMMAN	 21	20,5	20	  MADRID	 22	20,5	19,5
	  AMBURGO	 20	 19	18,5	 MANNHEIM	21,5	20,5	20
	 AMSTERDAM	18,5	 18	 17	 MARSIGLIA	 22	21,5	20,5
	   ANKARA	 20	19,5	 19	  MILANO	 24	23	22
	 ARCANGELO	15,5	14,5	 14	MOGADISCIO	 28	 27	27
	   ASMARA	18,5	 18	17,5	  MONACO	 20	 19	18
	    ATENE	22,5	 22	22	   MOSCA	20,5	19,5	18,5
	   BAGHDAD	23	 22	22	  NAIROBI	 19	18,5	18,5
	 BARCELLONA	24	23,5	23	  NAPOLI	23,5	 23	22
	    BEIRUT	25,5	 25	24,5	  NANTES	 21	20,5	19,5
	   BELFAST	18,5	 18	17	   NIZZA	 23	 22	22
	  BELGRADO	23,5	 23	22,5	NUOVA DELHI	28,5	 28	27,5
	   BENGASI	25	24,5	24	  ODESSA	 21	20,5	20
	   BERLINO	20	19,5	19	   OSLO	         19,5	 19	18
	 BIRMINGHAM	19	 18	17,5	   PARIGI	 21	 20	19,5
	   BOMBAY	28	27,5	27	PHNOM PENH	28,5	 28	27,5
	  BRUXELLES	21	 20	19,5	  PRAGA	        19	18,5	18
	  BUCAREST	22,5	 22	21,5	 REYKJAVIK	 12	11,5	11,5
	  BUDAPEST	22,5	22	21,5	   ROMA   	23,5	23	22
	    CAIRO	24,5	24	23,5	SALONICCO	 25	24,5	24
	  CALCUTTA	28,5	28	27,5	 SAPPORO	24,5	23,5	22,5
	   CARDIFF	18	17,5	17	 SRANNON	18,5	 18	17
	 CASABLANCA	23	22	21	 SHANGHAI	27,5	27	26,5
    CITTĄ DEL CAPO	22,5	22	 21,5                 
        SINGAPORE       28	27,5 	27
     COPENAGHEN	        20	19  	18               
        SOFIA	        22   	21	20,5
	 DAKAR	        27,5	27	26,5	 STOCCOLMA	18	17	16
	  DJAKARTA	26,5	26	25,5	STRASBURGO	21	20,5	19,5
	  DUBLINO	18,5	18	17	  TEHERAN	24	23,5	23
	 EDINBURGO	18	17	16,5	  TELAVIV	23,5	23	22,5
	   GEDDA	29,5	29	28,5	   TOKYO	27,5	27	26,5.
	GERUSALEMME	21	20,5	20,5	   TUNISI	25	24,5	23,5
	 GIBILTERRA	24,5	24	23,5	 VALENCIA	24	23,5	23
	  GLASGOW	18	17,5	16,5	 VARSAVIA	22	21	20
	   HANOI	29,5	29,5	29	  VIENNA	21,5	20,5	19,5
	 HANNOVER	20	19,5	18,5	VLADIVOSTOK	21	20,5	20
	  HELSINKI	19	18,5	17,5	  ZURIGO	20	19,5	19
	 HONG KONG	27,5	27	26,5
	  ISTAMBUL	24	23,5	23
	 KATMANDU	25,5	25	24,5
	  KHARKOV	20,5	20	19,5
	   LAGOS	28	27,5	27
	

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